Quando Alberto Cottica e Alessia Zabatino, in occasione del secondo raduno di Spaghetti Open Data (SOD), mi proposero di guidare l'hackathon "Gli Open Data per liberare l'Energia Potenziale dei beni confiscati alle mafie", non avrei mai immaginato che sarebbe stato la fucina di idee, incontri e occasioni che è stato (e che continua a essere).
Non avevo mai partecipato ad un hackathon e questo del 29 marzo l'ho vissuto in maniere molto intensa. Pensavo che a fine giornata mi sarebbe rimasto "soltanto" un piccolo/grande patrimonio personale in termini di stupore, crescita e sfida. Mi sbagliavo e di molto.

Confiscati Bene infatti ha continuato a crescere, e da un certo momento in poi è come se lo avesse fatto in autonomia, come se fosse un'entità senziente, circondata da tante persone che gli donavano e donano energia (ma stop con la fantascienza spirituale).

E' un progetto che si è evoluto ad oggi in due fasi: la prima, che va dall'hackathon all'inizio dell'estate, e la seconda (quella attuale) in cui c'è stata una crescita in termini di sviluppo e modalità di realizzazione, e nella quale sono entrati con forza il data journalism e il monitoraggio civico.

La prima, quella che internamente abbiamo chiamato 0.1 e dedicata alla comunità SOD, è stata iscritta al #Censimenti Data Challenge di ISTAT e ha ricevuto una "Menzione speciale per il valore sociale".

Sono felice del premio, ma sopratutto della storia di questo progetto, che sta per vivere una sua nuova fase.

Il premio è di tutti quelli che hanno donato la loro energia al progetto; li ringrazio e gli dedico questo piccolo post autocelebrativo. Senza Massimo Santi, Gianluca Macaluso, Alberto Cottica e Andrea Nelson Mauro probabilmente sarebbe rimasto soltanto un hackthon.

P.S. un grazie anche ad un famoso cantante country