Centinaia di beni confiscati tra Reggio Emilia, Parma e Modena. Case, appartamenti, ville, terreni, garage, capannoni disseminati su tutto il territorio emiliano-romagnolo, ma in particolare nelle tre province: sono quelle più colpite dal processo Aemilia, procedimento all’interno del quale sono avvenute le confische raccontate nel dossier “Raccontati bene. I beni confiscati di Aemilia” di Libera Emilia-Romagna, realizzato grazie a un co-finanziamento della Regione Emilia-Romagna.

Il dossier - prodotto grazie a un lavoro di mappatura, analisi e racconto che ha coinvolto non solo il coordinamento regionale dell’associazione ma anche i coordinamenti provinciali di Reggio Emilia, Parma e Modena - rappresenta una fase propedeutica all’attivazione territoriale di percorsi di sensibilizzazione e progettazione volti al pieno riuso sociale dei beni confiscati presenti sul territorio: lo scopo della mappatura e del racconto è che i beni rivivano e che lo facciano attraverso percorsi di evidenza pubblica e partecipati.
I beni sono l’attestazione più evidente dell’attività criminale su un territorio. Le organizzazioni mafiose hanno necessità di investire, riciclare, accrescere il proprio potere economico attraverso gli investimenti e, nel percorso di radicamento e controllo sociale, di ostentare tali ricchezze. Ci sono, però contesti - come quello emiliano-romagnolo - nei quali il dato quantitativo dei beni sottratti alle organizzazioni mafiose non è rappresentativo dell'effettivo radicamento delle stesse.


Il dossier “Raccontati bene” vuole quindi iniziare a tracciare una geografia dei segni del radicamento mafioso in Emilia-Romagna. Un radicamento che, tra Reggio Emilia, Modena e Parma, riguarda prevalentemente la ‘ndrangheta finita alla sbarra nel processo Aemilia e nei suoi filoni, ma non solo. Raccontare questi beni confiscati significa raccontare le modalità di infiltrazione e radicamento delle mafie in regione: raccontare, quindi, il passato, la storia di quei luoghi. Ma può voler dire raccontare anche il presente o il futuro: le possibilità di riutilizzo a fini sociali o istituzionali, di beni che possono tornare ad essere luoghi della comunità.

Scarica il dossier per approfomndire. 

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