Oltre 20 beni immobili giunti a confisca definitiva e pronti per essere trasferiti ai Comuni. A loro il compito di promuovere, attraverso il coinvolgimento del terzo settore, percorsi che ne assicurino la restituzione alla collettività attraverso il riutilizzo sociale. 

Siamo in Toscana, tra i comuni di Cecina, Castegneto Carducci, Campiglia Marittima e San Vincenzo. Territori che per la prima volta si trovano di fronte all'opportunità offerta dalla presenza di beni confiscati. Opportunità appunto. Perché è anzitutto questo il primo elemento da valorizzare, accrescendo nelle Istituzioni, nel mondo del volontariato e nell'opinione pubblica la consapevolezza che davvero questi luoghi possono diventare beni comuni, risorse, ricchezza sociale e materiale per il territorio. In quest'ottica, terreni, appartamenti, capannoni possono trasformarsi da beni esclusivi ad opportunità per tutti. 

I beni in questione, oggetto anche di un recente incontro informativo e formativo promosso a Cecina dal locale Presidio di Libera in collaborazione con quello di Castagneto Carducci, sono ancora in gestione all'Agenzia nazionale, che però ne sta programmando il trasferimento, in sede di conferenza dei servizi, ai comuni. Dal canto loro, gli Enti Locali sono al lavoro per superare le criticità e i problemi, alcuni anche particolarmente significativi, che rischiano di rallentare o rendere difficoltoso il processo di riutilizzo sociale. Un lavoro importante per il quale la rete territoriale di Libera si è già attivata, avviando un vero e proprio percorso di monitoraggio civico, passato attraverso la raccolta di dati e informazioni, una serie di tavoli tecnici, momenti di formazione e informazione come quello di Cecina. Ciascuno per la propria parte e con il proprio ruolo dunque, ma tutti impegnati perché venga data concretezza al principio del riutilizzo sociale dei beni confiscati. Un percorso che, nello spirito tipico di Confiscati bene e coerentemente alla mission di Libera, proseguità con un lavoro di animazione territoriale per informare la cittadinanza, per riflettere insieme sul valore sociale, culturale, simbolico, politico ed economico di questi luoghi, e per stimolare le realtà del terzo settore potenzialmente interessate alla gestione ad avviare processi di progettazione sociale. 

Alla rete territoriale di Libera è stato chiesto di portare avanti il lavoro di monitoraggio civico su questi beni, in un contesto come quello toscano che, sul fronte delle esperienze di monitoraggio civico dei beni confiscati, ha fatto registrare già alcune importanti e significative esperienze. Una su tutte, OndaLibera, il camper tour sui beni confiscarti promosso da Libera Toscana (ne abbiam parlato qui), che ha fatto reghistrare già due edizioni. Un modo per conoscere e per valorizzare i beni confiscati del territorio e per far comprendere a tutti quanto essi possano diventare, attraverso il loro riutilizzo sociale, strumenti di cambiamento.