I NUMERI DEL MONITORAGGIO CIVICO
- I NUMERI DEL MONITORAGGIO CIVICO
- MONITORARE LE PRATICHE DI RIUTILIZZO PARTENDO DAL REPERIRE TUTTI I DATI SUI BENI CONFISCATI; MONITORARE GRANDI PROGETTAZIONI ORIENTATE ALLA TRASPARENZA DEI BENI STESSI (PUNTO 1.31 DELL’AGENDA OPENGOV)
- REALIZZARE ALMENO TRE REPORTAGE DESCRITTIVI DI CASI ESEMPLARI DI RIUTILIZZO (PUNTO 1.32 DELL’AGENDA OPENGOV)
- ATTIVARE DUE LABORATORI DI CO-PROGETTAZIONE TERRITORIALE (PUNTO 1.33 DELL’AGENDA OPENGOV)
- MONITORARE PROGETTI CHE UTILIZZANO RISORSE PER IL RECUPERO DEI BENI CONFISCATI (FUORI AGENDA)
- LA PROSSIMA AZIONE DI MONITORAGGIO PROPONILA TU!
- MATERIALI UTILI
Come Libera e Ondata, con Confiscati bene 2.0 ci siamo assunti specifici impegni di monitoraggio in merito al tema della trasparenza dei beni confiscati. Responsabilità che, a tutti gli effetti, sono volontariamente diventati un vincolo da rispettare essendo stati espressamente inseriti all’interno dell’Agenda italiana dell’open government.
Se infatti il Piano (qui il Piano in pdf), il cui rispetto è vigilato tanto a livello nazionale che internazionale, prevede che le Pubbliche amministrazioni competenti compiano azioni per rendere i beni confiscati sempre più trasparenti, anche a noi cittadini monitoranti è chiesto di fare la nostra parte: nello specifico, ci siamo assunti tre macro-impegni, corrispondenti ai punti 1.31, 1.32 e 1.33, che in questa pagina descriveremo e rendiconteremo periodicamente e dettagliatamente.
MONITORARE LE PRATICHE DI RIUTILIZZO PARTENDO DAL REPERIRE TUTTI I DATI SUI BENI CONFISCATI; MONITORARE GRANDI PROGETTAZIONI ORIENTATE ALLA TRASPARENZA DEI BENI STESSI (PUNTO 1.31 DELL’AGENDA OPENGOV)
Il primo punto che ci vede protagonisti, l’1.31 del Piano, ponendo una scadenza a Dicembre 2019 ci impegna alla “attivazione di laboratori di raccolta di wikidata e vigilanza civica sulla messa online di dataset istituzionali”.
Come lo stiamo rispettando?
Nel punto 1.31 è in realtà condensata una pluralità di azioni che fin dal lancio della piattaforma stiamo portando avanti, che possono distinguersi secondo due linee di intervento principali:
il monitoraggio di grandi progetti che rilasciano/diffondono/promuovono opendata sui beni confiscati
MONITORARE LE PRATICHE DI RIUTILIZZO
Indipendentemente dall’Agenda opengov, l’obiettivo principale che intendiamo perseguire con Confiscati bene 2.0 è vigilare le pratiche di riutilizzo dei beni confiscati. Ci sta cioè davvero a cuore sapere e raccontare, grazie a un unico portale e producendo dal basso quelli che il Piano chiama “wikidata”, o “dati civici”, come e se stanno funzionando le esperienze di ritorno alla collettività di questi beni.
Per riuscire a farlo, abbiamo necessità di partire dai dati istituzionali sui beni confiscati: quanti sono, dove sono, come, quando e per cosa sono stati assegnati a fini sociali.
Purtroppo occorre constatare che giungere a queste informazioni non è oggi così facile, perché la via della trasparenza integrale sui beni è ancora da percorrere: abbiamo ad oggi dati parziali, non sempre in dialogo tra loro. Un pezzo di informazione sui beni confiscati (ossia una parte di questi dati) li raccoglie, detiene e diffonde l’Agenzia nazionale per i beni confiscati, pubblicandoli su Openregio. L’altra parte è in mano ai singoli Comuni al cui patrimonio indisponibile vengono trasferiti i beni: sono loro che ci dicono a chi effettivamente è destinato un bene. Se le istituzioni si stanno impegnando a risolvere questo problema di assenza di dialogo tra dataset (per intenderci, sono i punti del Piano opengov che a loro afferiscono), capita che molto spesso i Comuni non pubblichino online, nella sezione Amministrazione trasparente proprio quell’elenco sui beni confiscati di cui così tanto abbiamo bisogno, nonostante uno specifico doppio obbligo, tanto da parte del Codice Antimafia che della normativa sulla trasparenza. Più frequentemente, capita che li pubblichino in modo sbagliato, ossia non in formato aperto e non secondo i criteri del Codice stesso, rendendo, di fatto, queste informazioni molto difficili da raccogliere, usare e riusare.
Qui comincia il nostro lavoro di cittadini monitoranti: lavorare anzitutto perché si arrivi ad avere tutti, ma proprio tutti i dati aggiornati sui beni confiscati, in primis quelli soggetti a riutilizzo sociale.
Come Confiscati bene 2.0, in coerenza ad uno stile che vuole il monitoraggio civico fondato sull’azione delle comunità e in risposta a quella domanda di “attivazione di laboratori” posti dall’Agenda opengov, abbiamo fatto una scelta, fondamentale ma faticosa: non vogliamo, da un ufficio, domandare i dati ai Comuni tramite l’accesso civico in forme centralizzate, ma vogliamo mettere in grado i tanti presidi e coordinamenti di Libera e tutte le associazioni a cui i beni confiscati stanno a cuore di agire concretamente e direttamente per quei beni e quei dati riferiti al loro specifico territorio. Ciò anche al fine di incoraggiare una vera rivoluzione della vigilanza diffusa dal basso, che passi per i beni confiscati e che supporti la cura del bene comune.
- le scuole Common sui beni confiscati
Per le ragioni dette, durante tutto il primo anno di Confiscati bene 2.0, incrociando il progetto Common che Libera e Gruppo Abele portano avanti sui temi della trasparenza amministrativa e dell’empowerment di comunità monitoranti, abbiamo voluto offrire a livello diffuso la conoscenza degli strumenti del “diritto di sapere” specie se focalizzati ai beni confiscati (e previsti dalla normativa anticorruzione L.190/12), spesso poco noti a tanti.
Per venire ai numeri, dal lancio di Confiscati bene al novembre 2019 abbiamo quindi organizzato 10 specifici percorsi di empowerment (che chiamiamo “Scuola Common sui beni confiscati” LINK GLOSSARIO) in 9 Regioni Italiane: Sicilia, Campania, Calabria (due scuole), Puglia, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto, Valle d’Aosta, formando circa 400 persone in tutta la Penisola. Tali persone sono, a loro volta, volontari o referenti di presidi, coordinamenti e associazioni, quindi in grado, a seguito del percorso, di attivare le loro stesse comunità di riferimento su Confiscati bene 2.0.
Durante questi incontri di empowerment infatti:
forniamo strumenti generali di conoscenza in merito al funzionamento dei beni confiscati e della normativa dedicata;
aiutiamo a comprendere perché possiamo monitorare i beni grazie alla legge sulla trasparenza d.lgs 33/13 e sulla prevenzione della corruzione L. 190/12,
orientiamo a usare il portale collaborativo Confiscati bene 2.0 ai fini del monitoraggio;
accompagniamo a capire come generare gruppi di lavoro e comunità che s’impegnano per la trasparenza dei beni sui singoli territori.
Obiettivo che vogliamo raggiungere entro i primi sei mesi del 2020 è arrivare a coprire fino a 15 delle 20 regioni italiane, specialmente tra quelle che hanno più beni confiscati, organizzando almeno altre 6 scuole Common sui beni.
Se vuoi aiutarci a perseguire questo obiettivo e organizzare una scuola Common sul tuo territorio, specie se rientra tra le Regioni non ancora raggiunte, scrivici a info@confiscatibene.it.
- la bussola common sui beni confiscati e il glossario di Confiscati bene 2.0
Un altro fondamentale strumento di engagement, prodotto nel corso del 2019 anche grazie al continuo confronto con i territori e dopo un approfondito lavoro di ricerca e scrittura a più mani, è la “bussola Common sui beni confiscati” (LINK al pdf). È la versione tarata specificatamente sui beni della “bussola Common”, lo strumento teorico-pratico che come Libera e Gruppo Abele utilizziamo per organizzare e creare, ovunque e su qualunque tema, comunità monitoranti.
La peculiarità della Bussola Common sui beni confiscati sta nell’essere tanto uno strumento di engagement quanto un contenitore unico di riflessioni generali e di schemi laboratoriali utilizzabili nelle scuole e in ogni contesto educativo, oltre che di attivismo.
La bussola permette infatti di accompagnare, passo dopo passo (10 in totale) alla conoscenza del complesso mondo dei beni confiscati e alla sfida del monitoraggio, utilizzando la piattaforma confiscati bene 2.0 ma orientando anche nelle fasi “offline” impegno.
Se vuoi attivare da zero una comunità monitorante dei beni confiscati, anche laddove Libera ancora non sia riuscita a mettere radici, sentiti libero di utilizzare la Bussola. Poi raccontaci come va o chiedici un supporto, scrivendoci a info@confiscatibene.it
Altro strumento prodotto nel 2019, pure utilissimo a rendere chiunque in grado di fare monitoraggio civico, è il nostro glossario (https://www.confiscatibene.it/glossario). Dalla A di “accesso civico” alla Z di “zero dati mancanti”, questo glossario in breve tempo si è affermato come un riferimento per chiunque intenda utilizzare la piattaforma e saperne di più sui beni stessi, largamente linkato anche in questa stessa pagina.
- i piani di vigilanza a livello regionale e l’identificazione dei criteri su cui organizzarli
I percorsi di empowerment sono solo il primo passo: al fine di dare loro continuità, in occasione della Scuola nazionale Common 2019 (luglio 2019, LINK) abbiamo fissato, in forme partecipate, i criteri utili a creare le agende regionali dei territori di Libera che servano a perseguire obiettivi di monitoraggio chiari e verificabili sui beni confiscati. L’azione della società civile, al pari di quella delle istituzioni, deve essere infatti rendicontabile ().
Anche in questo caso, piuttosto che imporre la scelta dall’alto, ci siamo dati un tempo per individuare insieme questi criteri, i quali rispondono alle seguenti domande:
Quante iniziative di empowerment, a livello locale, fare per diffondere Confiscati bene 2.0?
Quante domande di accesso civico intendiamo fare sul territorio regionale entro il 2020?
Quante biciclettate/visite di monitoraggio ai beni fare entro il 2020?
Quanti report di monitoraggio intendiamo portare avanti e su quale tempo?
Come lavorare per proporre il monitoraggio dei beni confiscati come uno strumento di eventuali percorsi nelle scuole?
Quali attività fare per convincere i soggetti gestori a iscriversi direttamente alla piattaforma, nella community #gestiscibene?
Quali attività fare per convincere i Comuni a iscriversi direttamente alla piattaforma, nella community #pubblicabene?
Alla data del novembre 2019, stiamo lavorando con i diversi coordinamenti regionali per giungere a una risposta a queste domande/criteri. Va tenuto in conto che lavorare con i territori significa seguire pazientemente diverse velocità e geometrie, alla luce delle forze che ogni luogo riesce a esprimere in un certo tempo, anche considerando che la stragrande maggioranza delle persone presta il suo tempo in forma volontaria.
Obiettivo del 2020 è arrivare ad avere almeno 10 agende regionali di monitoraggio, che saranno pubblicate e monitorate su Confiscati bene 2.0.
- stato dell’arte sulla pubblicazione degli elenchi dei beni confiscati, accorpamento delle particelle catastali in unità immobiliari complesse, domande di accesso civico ai Comuni sugli elenchi stessi, monitoraggio dei “Registri di accesso”, esiti delle richieste di accesso.
Abbiamo già detto che spesso i Comuni al cui patrimonio indisponibile sono trasferiti beni confiscati non ne pubblichino l’elenco, oppure non lo facciano secondo i canoni stabiliti dal Codice antimafia.
Entro settembre del 2020, ci impegniamo a scattare una prima “fotografia” relativa allo stato dell’arte della pubblicazione, da parte dei Comuni, di quest’obbligo normativo. Significa che andremo a spulciare, non senza fatica e sito del Comune per sito del Comune, l’esistenza (che ci sia) e la consistenza (che sia nelle forme corrette descritte dal Codice antimafia) del documento.
Pur in assenza di una fotografia di dettaglio, possiamo certo dire che la trasparenza è largament non rispettata. È questo stato delle cose a costringerci, in forme emergenziali e tramite l’accesso civico, a chiedere che si rispetti questo vincolo. Come piattaforma, abbiamo a riguardo messo a disposizione di chiunque il tool “Chiedi ai comuni”..
Al fine di valutare quindi lo stesso impatto della nostra azione, anche affinché sia evidente a tutti che un “di più” di impegno civico sulla trasparenza produce risultati dimostrabili, vogliamo di conseguenza anche contare:
tutte le domande di accesso civico che giungono ai Comuni inadempienti in merito a questo obbligo,
quanti, di questi Comuni, hanno in risposta messo online l’elenco, scattando una conseguente seconda “fotografia” che evidenzi la nostra efficacia.
Anche solo il primo punto di questa operazione (contare le domande di accesso) ahinoi è molto più semplice a dirsi che a farsi. Non esiste infatti ad oggi una fonte unica in cui andare a leggere quante domande di dati da parte dei cittadini, su un certo tema (che siano i beni o qualunque altro), siano state presentate. Abbiamo però i “registri degli accessi civici”, che ogni singolo ente di Pubblica Amministrazione può e deve fare al fine di rendicontare in forme aperte le domande che riceve.
Anche in questo caso però ci troviamo di fronte a un problema di trasparenza a monte: alcuni di questi registri ci sono, ma non sono nel formato corretto. Ragione per cui il nostro controllo ha ancora bisogno di un “cervello umano”, che spulci voce per voce, non potendo contare su una qualche forma di automatizzazione del progetto.
Ad oggi, stiamo monitorando i singoli “registri degli accessi civici” dei Comuni, partendo da quelli più significativi, per andare a contare quante domande di accesso siano state prodotte sui beni. Contiamo di restituire questo lavoro nei primi 4 mesi del 2019.
Con l’obiettivo di rendere l’operazione di conteggio e monitoraggio delle domande di accesso civico più semplice anche da parte nostra, faremo anche tre cose sul fronte dell’advocacy:
abbiamo introdotto questo tema nel confronto con le Istituzioni che, appunto dal lato pubblico, nel Tavolo dell’opengov lavorano sulla trasparenza dei beni confiscati;
stiamo allargando la discussione anche al Dipartimento della Funzione Pubblica (sappiamo che quella del registro unico è un’idea in cantiere) e all’Autorità nazionale anticorruzione Anac (la quale è chiamata a essere l’organo di vigilanza sul rispetto della disciplina della trasparenza da parte degli Enti). L’idea è quella di arrivare ad avere una sorta di tag che permetta una ricerca semplificata delle domande di accesso, senza dover andare a spulciare uno alla volta i singoli registri. Solo in questo modo saremo in grado di valutare effettivamente il nostro impatto.
come Libera e Ondata faremo advocacy verso tutti i Comuni con cui entriamo in contatto a diverso titolo, chiedendo loro di rispettare il punto dell’Agenda dell’open government, relativo proprio alla buona produzione del “Registro degli accessi”, affinché sia in formato aperto, taggato per voci, utilizzabile e riutilizzabile da tutti.
Tutte queste azioni al fine di avere, entro giugno 2021 e grazie a una “seconda fotografia” sullo stato dell’arte della trasparenza sui beni, piena contezza delle domande di accesso, fornendo in questa pagina un dettaglio specifico di risposte date dai singoli Comuni, con una precisazione di tempi e contenuti delle risposte. Il rispetto di quest’ambizioso obiettivo non dipenderà solamente da noi, e contiamo su una collaborazione trasversale da parte di tutte le Istituzioni competenti.
- quanti sono davvero i beni confiscati? #contabene, per andare oltre le particelle catastali e ragionare di unità immobiliari complesse
Un altro enorme ed annoso problema che vogliamo risolvere grazie a Confiscati bene 2.0 è superare il conteggio delle (sole) particelle catastali, a vantaggio delle cosiddette unità immobiliari complesse.
L’idea è quella di un grande contatore, #contabene, che è online fin dal primo giorno di Confiscati bene 2.0, anche se in continua evoluzione.
Per prassi infatti, l’Agenzia nazionale censisce le particelle catastali confiscate e non il numero delle unità immobiliari complesse che le particelle stesse vanno a comporre. Significa cioè che l’Agenzia non conta i beni veri e propri, ossia le singole unità immobiliari (come un terreno o una palazzina), ma le particelle di cui quel bene è composto, che possono essere molto superiori nel numero. Contando in questo modo, le esperienze di riutilizzo sembrerebbero molto inferiori rispetto al loro impatto reale. Infatti, un conto è dire ad esempio che esistono dieci esperienze per un territorio che conta oltre cento particelle confiscate; tutt’altro è dire che quelle dieci esperienze lavorano su un territorio dove i beni confiscati, intesi come unità, sono trenta in tutto.
Una volta che avremo tutti i dati, il nostro contatore proverà a mettere in secondo piano il dato delle particelle a favore di quello delle unità immobiliari complesse, facendo cioè risaltare come il numero delle pratiche di riutilizzo non sia affatto così basso o poco significativo come a volte, magari per spingere alla vendita dei beni, e di fatto finendo col fare un favore alle mafie, si vuole far credere. Ecco perché contare bene è indispensabile, per far contare nel giusto modo le esperienze di riutilizzo e il lavoro che da oltre venti anni mettono in campo contro i clan.
- pratiche monitorate attraverso Confiscati bene 2.0
Il nostro primario obiettivo, lo abbiamo detto, è giungere a raccontare tutte le diverse pratiche di riutilizzo dei beni confiscati. Monitorare per noi significa da un lato portare alla luce quello che viene fatto su queste esperienze, dall’altro effettivamente verificare che un bene sia tornato alla collettività.
Ad oggi, novembre 2019, l’elenco di Confiscati bene 2.0 conta X pratiche di monitoraggio (LINK alla pagina. X=numero nella pagina). Aiutaci a raccogliere anche tu questi dati, iscrivendoti alla community #monitorabene.
Obiettivo che intendiamo raggiungere nel 2020 è arrivare al 60% di pratiche raccontate grazie ai “wikidata”, tramite l’impegno delle comunità monitoranti o alla diretta registrazione di dati da parte dei soggetti gestori.
- E tutti quei beni confiscati che ancora non sono diventati pratiche di riutilizzo? Fare advocacy affinché lo diventino quanto prima
Illuminare il mondo dei beni confiscati, ossia avere tutti i dati almeno su quelli definitivamente sottratti alla criminalità organizzata e agli autori di corruzione, ci permette anche un’altra fondamentale azione di monitoraggio: andare a verificare che non ci siano tempi morti, o almeno che non siano irragionevoli, tra la confisca e la restituzione alla collettività di un certo bene, che sia per fini istituzionali o sociali. Ogni giorno che passa senza far rivivere quel bene è utilizzato dalle mafie per dimostrare l’assenza di alternative a un potere criminale, accrescendo l’idea che la legalità non paga, mentre il crimine offre lavoro e sviluppo e poco importa se il prezzo da pagare è la nostra libertà. Non possiamo più permettercelo.
Questa azione di advocacy è già realtà da anni, per Libera e in tutte le sue dimensioni locali: da tempo siamo il pungolo che stimola in positivo le Pubbliche amministrazioni a procedere all’assegnazione, a trovare le risorse per eventuali ristrutturazioni, a trasformare in positivo una confisca troppo spesso considerata solo come vergogna e non opportunità.
Poter farlo avendo piena contezza dei dati, ossia dei beni che esistono, significa moltiplicare la propria possibilità d’impatto anche su questo fronte.
Ci impegniamo anche ad aggiornare i nostri strumenti di advocacy, ad esempio moltiplicando le domande di accesso civico generalizzato per venire a conoscenza di tutti quei dati che possono darci informazioni circa la partecipazione dei Comuni a eventuali bandi per la ristrutturazione dei beni confiscati. O a eventuali report interni redatti sulla “salute” di un certo bene confiscato, affinché sia chiaro anche a noi che sta accadendo.
MONITORARE GRANDI PROGETTAZIONI ORIENTATE ALLA TRASPARENZA DEI BENI CONFISCATI (SECONDA PARTE DEL PUNTO 1.31 DELL’AGENDA OPENGOV)
Il punto 1.31 prevede anche una seconda famiglia di attività di monitoraggio: monitorare il corretto funzionamento di specifici progetti che ottengono finanziamenti pubblici, nazionali o comunitari, al fine di produrre dati aperti sui beni confiscati.
Esistono cioè specifici progetti, messi in campo da Istituzioni competenti, finanziati con l’esatto fine di produrre dati,
Abbiamo quindi mappato (stavolta da un livello centrale e senza la necessità di attivare le reti territoriali, e aggiornando continuamente l’elenco) le progettazioni nazionali di questo tipo, assieme a progetti generali che i Comuni attuano sul tema dati aperti (andando a vedere che stanno facendo sui beni confiscati).
ELENCO DI PROGETTI FINALIZZATI A GENERARE OPENDATA SUI BENI CONFISCATI - in continuo aggiornamento
openregio https://openregio.anbsc.it/
opencoesione https://opencoesione.gov.it/it/
Open data aziende confiscate (Pon Legalità 2014-2020). Partnership tra Unioncamere (unione Camere commercio) e Anbsc. https://www.interno.gov.it/it/notizie/pon-legalita-2014-2020-approva-progetto-open-data-aziende-confiscate
Osservatorio Regione Toscana http://www.regione.toscana.it/cittadini/diritti-e-cittadinanza/legalita/-/asset_publisher/eonjZadAbVH6/content/osservatorio-sui-beni-confiscati-alla-criminalita-organizzata-in-toscana;jsessionid=548294BE64AB175D6C967094FB3626A2.web-rt-as01-p1
Regione Liguria https://www.regione.liguria.it/articoli/26-servizi-online/1140-mappa-beni-confiscati-criminalita-organizzata.html
Polis Regione Campania http://fondazionepolis.regione.campania.it/pages.php?bb1a82c9aa29ce63beb388080ed9f1d4=538c87cf16642fe03c81496b3b3d6b0c&pgCode=G9I159&pageId=15&refresh=on
Obiettivo che ci poniamo entro settembre 2020 è arrivare a un completo monitoraggio civico di questi progetti.
Per preparaci a questo lavoro, in novembre 2019 **abbiamo redatto una specifica “Scheda di monitoraggio" con i criteri che ci aiuteranno a vigilare che questi progetti stiano effettivamente producendo il risultato atteso, affinché le risorse loro destinate producano quell’ impatto così necessario sul tema della trasparenza dei beni confiscati e delle pratiche di riutilizzo.
Se vuoi aiutarci a monitorare questi progetti, o hai consigli per implementare la scheda di monitoraggio, contattaci a info@confiscatibene.it e entrerai a far parte del gruppo che sta lavorando alla cosa.
REALIZZARE ALMENO TRE REPORTAGE DESCRITTIVI DI CASI ESEMPLARI DI RIUTILIZZO (PUNTO 1.32 DELL’AGENDA OPENGOV)
Open government, per noi di Confiscati bene 2.0, non significa solamente raccolta dati e monitoraggio civico: con l’espressione, abbiamo in mente almeno altre due accezioni che abbiamo voluto fossero riportate nella stessa Agenda dell’Opengov, specificatamente nei punti 1.32 e 1.33.
Intendiamo infatti, con il termine “open”, anche l’apertura della conoscenza di certi mondi, come lo quello dei beni confiscati, al numero più ampio possibile di persone. Ecco perché il punto 1.32 dell’agenda ci impegna, entro il dicembre 2020, nella “realizzazione e pubblicazione di almeno tre reportage descrittivi di casi esemplari di riutilizzo di beni confiscati con dettagli sull’oggetto del riuso con particolare riferimento a servizi rivolti soggetti svantaggiati e a donne anche vittime di mafia e/o gestiti interamente da donne o a guida femminile con personale misto”.
Le nostre attività per rispondere a questo impegno inizieranno subito: il 25 novembre 2019, in contemporanea con il lavoro di OpenCoesione, scriveremo il nostro primo post su beni confiscati che offrono un’opportunità di riscatto a donne in situazioni di svantaggio.
ATTIVARE DUE LABORATORI DI CO-PROGETTAZIONE TERRITORIALE (PUNTO 1.33 DELL’AGENDA OPENGOV)
Inoltre Open government (https://www.confiscatibene.it/glossario#open-government-il-modello-a-cui-confiscati-bene-20-si-ispira-con-una-differenza-sostanziale), ispirandosi al significato più genuino del termine, anche per noi vuole sottendere, tanto in termini di produzione di dati quanto di definizione di strategie, una collaborazione proficua e alla pari tra Istituzioni competenti e società civile in merito alla cura di uno specifico ambito del bene comune.
Se infatti le attività più strettamente intendibili come monitoraggio civico (il punto 1.31 del Piano opengov) servono a ristabilire quella uguaglianza di forze tra le parti (in assenza della quale è difficile pensare davvero a una collaborazione paritetica), la co-progettazione territoriale è la migliore forma per decidere, a più voci, che farne di un certo bene confiscato, alla luce di una lettura partecipata di quanto avviene su un territorio, dei bisogni emersi, del capitale sociale esistente e sano, di una volontà istituzionale di interpellare chi quel bene lo farà vivere.
La stessa ANBSC, nelle ultime linee guida pubblicate a Ottobre 2019 (https://www.benisequestraticonfiscati.it/news/linee-guida-per-l-amministrazione-finalizzata-alla-destinazione-degli-immobili-sequestrati-e-confiscati) auspica che tutti i Comuni possano avviare delle pratiche di progettazione condivisa prima della manifestazione d’interesse per l’acquisizione di beni confiscati; è un riconoscimento importante del ruolo del terzo settore nella dinamica territoriale e nell’erogazione di servizi sussidiari di welfare.
Anche su questo punto è possibile un “di più” di trasparenza: presupposto per realizzare questa fase di riprogettazione è la trasparenza anche sui beni nella gestione dell'Agenzia, confiscati in via definitiva, per il quali attualmente manca un elenco dettagliato.
Come Confiscati bene 2.0, se da un lato auspichiamo che tutti i Comuni, che hanno trasferiti al loro patrimonio beni confiscati, si impegnino a trasformare l’assegnazione di un bene in una opportunità cittadina per attivare idee, generatività e partecipazione, dall’altro entro il dicembre 2020 ci assumiamo l’impegno di guidare noi stessi due esperienze di questo tipo, che individueremo in stretta relazione con i diversi territori su cui lavoriamo, facendo in modo che non siano i contesti più “semplici”, ma quelli più d’impatto.
Parimenti, ci impegniamo a portare, sempre all’interno del Tavolo dell’Opengov come punto in più, l’istanza di poter avere dati aperti sui beni che sono in gestione dell’Agenzia, confidando nella disponibilità dell’ANBSC stessa a darci una data entro la quale questi dati saranno disponibili.
MONITORARE PROGETTI CHE UTILIZZANO RISORSE PER IL RECUPERO DEI BENI CONFISCATI (FUORI AGENDA)
Un tema pur interessante, rimasto escluso dagli impegni di monitoraggio assunti tanto nell’Agenda opengov che dalle attività portate avanti nel 2019 da Confiscati bene 2.0 ma caro a coordinamenti e presidi della rete di Libera, è la mappatura e la verifica civica dell’andamento di progetti di ristrutturazione e rifunzionalizzazione di beni confiscati, le cui linee di finanziamento sono le più diverse (nazionali, regionali, ministeriali, comunitarie, e si pensi ad esempio al PON legalità).
Contiamo però, dal 2021, di trasformare questo impegno in una nostra priorità, e se possibile anche prima. Sarà interessante raccogliere e analizzare i dati relativi ai flussi di finanziamento, ai soggetti beneficiari, all'andamento della spesa, ai percorsi di assegnazione e di avvio delle attività finanziate. Per farlo, è nostra intenzione raccogliere dati e informazioni relazionandoci direttamente, attraverso gli strumenti messi a disposizione dei cittadini dalla normativa sulla trasparenza, con i Comuni, che sono i soggetti beneficiari dei finanziamenti e i detentori dei dati.
Su questo fronte non siamo comunque stati a guardare: come Libera, siamo “amici di A scuola di Opencoesione (http://www.ascuoladiopencoesione.it/)”, un percorso didattico promosso all’interno dell’iniziativa Opencoesione, coordinata dal Nucleo di valutazione e analisi per la Programmazione (NUVAP) del Dipartimento per le politiche di coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Dato che parte dei fondi coesione possono anche impiegati sui beni confiscati (li trovi tutti qui https://opencoesione.gov.it/it/progetti/?q=&selected_facets=is_pubblicato:true&selected_facets=focus:beni_confiscati), se sei una classe (come queste https://vimeo.com/301855114) che sta monitorando questo tipo di fondi, contattaci fin da subito a info@confiscatibene.it e ti aiuteremo a capirne di più di beni confiscati anche utilizzando la stessa piattaforma di Confiscati bene 2.0.
Abbiamo prodotto anche delle slide (pdf) che aiutano a monitorare tanto per Opencoesione (circa il come vengono spese le risorse) quanto per Confiscati bene 2.0 (restituendo dati civici sulla pratica di riutilizzo).
Oltre al nostro supporto ad “A scuola di Opencoesione”, stiamo inoltre procedendo a mappare, fin da novembre 2019, tutti quei progetti di ristrutturazione e recupero beni che non sono finanziati con fondi coesione.
ELENCO DI PROGETTI FINANZIATI PER I RECUPERO DEI BENI CONFISCATI DIVERSI DA FONDI COESIONE - in continuo aggiornamento
Regione Lazio, 1mln di euro per recupero beni confiscati http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsdettaglio&id=5060
Regione Campania, 1.5 mln euro per il supporto alla gestione dei beni confiscati
Regione Piemonte, fondi per riutilizzo beni confiscati
Se ti interessa monitorare fin d’ora questi progetti, non esitare a contattare il tuo coordinamento o presidio di riferimento di Libera, al fine di verificare la loro disponibilità, o a contattarci a info@confiscatibene.it.
LA PROSSIMA AZIONE DI MONITORAGGIO PROPONILA TU!
Se hai in mente altre azioni di monitoraggio civico sui beni confiscati, che siano diverse dal pur ampio elenco che abbiamo finora prodotto, non esitare a scriverci a info@confiscatibene.it. Le possibilità di vigilanza civica che possiamo fare sono talmente sterminate che abbiamo dovuto necessariamente omettere ad esempio ogni riferimento ai beni sequestrati o a quelli destinati all’uso istituzionale. Se però rappresenti un gruppo interessato o hai una forte volontà di lavorare su qualcosa di innovativo, da noi non ancora contemplato, che sia per una ricerca universitaria o per attivismo, non esitare a farti sentire. Ti aiuteremo a concretizzare la tua idea e ti daremo spazio nel nostro blog.