All'interno del territorio della Regione Toscana è presente un numero estremamente considerevole di beni confiscati alle mafie. Si tratta di un patrimonio di grande valore, il cui riutilizzo potrebbe garantire importanti occasioni di sviluppo sociale ed economico per la comunità locale. Tuttavia, la popolazione non pare essere completamente consapevole della presenza e della consistenza di questi beni. Il fatto che la regione non sia percepito come un territorio di tradizionale presenza mafiosa comporta spesso che l’attenzione, sulla possibilità che si verifichino infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, non sia sufficientemente alta. 

La presenza di centinaia di beni confiscati alle mafie è un importante monito che ricorda che la consistente presenza delle mafie non può essere circoscritta a specifici ambiti territoriali. Garantire il pieno riutilizzo sociale di questi patrimoni rappresenta una vittoria irrinunciabile sulla criminalità organizzata, questa vede quelli che in precedenza erano simboli del suo potere tramutati in occasione di promozione di socialità e di sviluppo economico. Dalla consapevolezza dell'importanza di questa tematica nasce il progetto di realizzare “Un itinerario di democrazia. Beni confiscati in Toscana”, una pubblicazione che ha l'aspirazione di raccontare le esperienze di riutilizzo in questa regione. Questo scritto nasce dal costante lavoro e dall'attenzione che da anni Libera Toscana presta a questa tematica in costante sinergia le istituzioni e il tessuto associativo locale, nonché dalla promozione e dalla realizzazione di esperienze educative, in particolare estive, realizzate proprio valorizzando i beni confiscati. 

Il primo capitolo ha carattere introduttivo ed effettua la descrizione della normativa che regola la materia della confisca dei beni delle mafie e del loro riutilizzo, oltre a quella degli strumenti che consentono alla popolazione di monitorarli in maniera consapevole. Il secondo capitolo si compone dei report di monitoraggio frutto del lavoro che i presidi e i coordinamenti territoriali di Libera hanno effettuato su alcuni beni presenti nel territorio, descrivendone la consistenza e le pratiche di riutilizzo che negli anni si sono sviluppate su di essi. In conclusione, l'ultimo capitolo raccoglie i contributi e le riflessioni che i volontari hanno fatto su alcuni aspetti cruciali nell'ambito delle attività che si possono sviluppare su questi beni.

Il risultato di questo lavoro è un opuscolo che, senza pretese di completezza, può rappresentare uno strumento di diffusione della conoscenza in merito alla presenza dei beni confiscati in Toscana, utilizzabile nell'ambito dei percorsi formativi sia all’interno delle scuole sia tra gli attivisti delle associazioni interessate ad occuparsi di questa tematica. Il volume è stato realizzato nell'ambito del progetto "E!State Liberi! in Toscana", sostenuto grazie al bando Ragazzi Attivi contro le mafie 2020 - GiovaniSì.