Mentre aumenta costantemente il numero delle famiglie e delle persone senza una casa centinaia di immobili confiscati alla mafia rimangono inutilizzati nelle nostre città. Nasce da questa considerazione un’interrogazione del senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, per chiedere al Governo di dare ai poveri gli immobili sottratti ai boss.

Su questa proposta il direttore dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, Umberto Postiglione, nel corso di un suo viaggio in Sicilia, aveva già manifestato la volontà di destinare ai senza tetto i beni confiscati adibiti a civile abitazione. L’iniziativa condivisa da molte realtà della società civile è stata poi rilanciata qualche giorno fa, durante la trasmissione “Ditelo a Rgs”, dal direttore del Giornale di Sicilia Giovanni Pepi e dal senatore del Pd Giuseppe Lumia.

Da qui l’interrogazione dell’ex presidente dell’Antimafia ai Ministri della giustizia, Andrea Orlando, e dell’interno, Angelino Alfano, ai quali ha chiesto: se hanno piena cognizione dello stato in cui versano i beni confiscati nel nostro Paese; se intendono istituire un tavolo interistituzionale per sviluppare un piano di provvedimenti legislativi e amministrativi al fine di promuoverne il loro riutilizzo; se il Governo intenda destinare in via prioritaria ai soggetti svantaggiati e senza dimora gli immobili idonei ad uso abitativo.

Nel testo dell’interrogazione viene citata l’inchiesta realizzata da Dataninja.it sui dati dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati, pubblicati in open data su Confiscatibene.it. L’inchiesta pubblicata lo scorso settembre, dice Lumia, ha fornito “un quadro chiaro ed esauriente della situazione”, nonostante faccia “forzatamente riferimento a dati ormai  risalenti nel tempo, poiché l’Agenzia dei beni confiscati non ha ancora completato un proprio sistema di rilevamento”.

È questo, infatti, un limite strutturale che la comunità di Confiscatibene.it chiede di superare al più presto, perché impedisce l’azione di monitoraggio sullo stato dei beni, fondamentale per sviluppare un programma di riutilizzo efficiente.

A fronte di 11.238 beni immobili e 1.708 aziende sono solo poche centinaia quelli riutilizzati da associazioni e cooperative. Numeri che mettendo in seria crisi la credibilità di una lotta alla mafia basata sulla promozione dei diritti dei cittadini.

Il riuso dei beni confiscati alle mafie è, quindi, fondamentale dal punto di vista delle ricadute economiche e culturali, perché rappresenta uno straordinario fattore di crescita e di riscatto per quelle aree del Paese che più delle altre hanno subìto la mortificazione della presenza mafiosa.