Il 21 marzo 2019 è scesa in piazza un’Italia che ha deciso di ribellarsi all’indifferenza, all'illegalità, alle mafie e alla corruzione che devasta i beni comuni e ruba la speranza. Un’Italia consapevole che la convivenza civile e pacifica si fonda sulla giustizia sociale, sulla dignità e la libertà di ogni persona. Una comunità che si è ritrovata in 50 mila a Padova, piazza principale della giornata, in oltre 30 mila ad Avellino passando per gli 8 mila di Siena e i 15 mila di Palermo, che si è mobilitata per ricordare con momenti di lettura, di riflessioni, incontri i 1011 nomi delle vittime innocenti delle mafie in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico.

 

In occasione della XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, Libera ha portato avanti un percorso di approfondimento sul contesto territoriale e la presenza di mafie e corruzione, organizzando degli appuntamenti di riflessione e formazioni e dei focus su temi specifici che, da sempre, accompagnano i nostri percorsi.

 

Tutta l’area del Triveneto si caratterizza per essere divenuta terra di riciclaggio e di investimenti di capitali mafiosi. E i dati sui beni confiscati sembrano confermare questa realtà: 161 beni immobili confiscati e destinati agli enti locali e 274 ancora in gestione presso l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per lo più appartamenti in condominio e box auto.

 

La stessa evidenza si ritrova ad una prima lettura dei dati sulle aziende: il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio conta 12 imprese confiscate (in via definitiva o ancora in gestione presso l’Agenzia), seguite dal settore dell’edilizia e delle costruzioni (con 10 casi di confisca) e 4 attività nel settore della ristorazione e dell’alberghiero. Il dettaglio regionale delle aziende in gestione presso l’ANBSC è così diviso: Veneto con 24 aziende, 1 soltanto nel Friuli Venezia Giulia e 3 nel Trentino Alto Adige.

Ad oggi, secondo i dati tratti dal portale Openregio, in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige non ci sono delle aziende già destinate all’affitto, alla vendita o alla liquidazione.

 

Libera, a ventitre anni dalla promulgazione della legge 109\96 per il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, sta conducendo un monitoraggio delle pratiche di riutilizzo sociale nel mondo del terzo settore, che possa permettere di conoscere meglio il territorio e le storie che lo animano.

Il Veneto si conferma la regione che ha più casi di riutilizzo sociale, con 9 associazioni e cooperative che gestiscono beni confiscati; il Trentino ha solo un caso, mentre il Friuli Venezia Giulia non ha ancora delle pratiche attive.

 

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