Mai sentito parlare di portale della trasparenza? È una sorta di “faldone digitale” che mette insieme, assemblandoli, dati e informazioni, molti dei quali la legge ne prevede l’obbligo di pubblicazione, e che insistono su uno stesso tema pur provenendo da fonti diverse (uffici interni allo stesso ente, enti pubblici diversi tra loro, anche soggetti privati e civici). Non è troppo diverso da un grande foglio di calcolo, con tanti numerini per ogni cella, ma con il vantaggio di essere fruibile online e utilizzabile e riutilizzabile da tutti al fine di “capire delle cose”.

L’idea rivoluzionaria del nuovo ciclo Confiscati bene, che segna un cambio di passo rispetto alla sua precedente versione e rispetto ad altri ottimi portali pur esistendo, riguarda il come vogliamo creare e raccogliere questi dati. La nostra risposta è: facciamolo insieme, ciascuno per quello che gli è proprio. Significa che vogliamo portare cittadini monitoranti, enti gestori e soggetti pubblici a collaborare su un’unica piattaforma, nella consapevolezza che quanto più ciò avviene, tanto più ad una trasparenza formale corrisponderà la condivisione di una visione: quella secondo la quale la luce dei dati aiuta a gestire nel modo migliore gli stessi beni. Solo così sarà possibile applicare il senso profondo della normativa sulla trasparenza, che deriva da quella della prevenzione della corruzione del 2012.

Cittadini monitoranti, cooperative che gestiscono beni su tutto il territorio nazionale, istituzioni che a diverso titolo hanno a che fare con essi: tre “comunità di pratiche”, differenti per mission e per modalità d’azione, ma che insieme possono garantire la piena trasparenza dei beni confiscati. Aggiungiti alla tua comunità di riferimento e fai la tua parte.