Il portale Confiscati bene ha una storia lunga. Nasce nel 2014 sotto la spinta di un gruppo di persone dal forte carattere innovativo, convinte delle potenzialità del digitale circa i temi della legalità, a cominciare dai beni confiscati di cui, specie al tempo, era poco chiaro anche solo il numero. È del 2015 l’incontro tra queste persone, alcune delle quali di lì a poco si raggrupperanno formalmente nell’associazione Ondata, e Libera, storicamente impegnata sui temi dei beni confiscati e sempre più convinta dell’esigenza di strutturare una propria proposta attorno al tema del monitoraggio civico.
L’idea è chiara e condivisa fin da principio: far entrare Libera, ossia la sua storia, la sua energia e la sua gente, all’interno della piattaforma resa viva da Ondata. È così che Confiscati bene può evolvere nelle forme di un portale di dati collaborativo, frutto diretto dell’azione di tre comunità che a diverso titolo si occupano di beni confiscati e con le quali Libera ha un rapporto o un dialogo da tempo: quella dei cittadini monitoranti, quella dei soggetti gestori e quella degli enti pubblici, contando sulla capacità di Ondata di offrire loro buoni strumenti digitali. Ecco perché, insieme, viene pensato il progetto “Confiscati bene 2.0”, dove quel “duepuntozero” sottende proprio questo cambio di passo nella raccolta e produzione del dato sui beni.
Il finanziamento arriva grazie a Fondazione TIM, realtà espressione dell’impegno sociale di Tim, la cui missione è promuovere la cultura del cambiamento e dell’innovazione digitale favorendo l’integrazione, la comunicazione, la crescita economica e sociale. Non a caso quindi il progetto risulta vincitore dell’edizione 2015 di #ITALIAx10, ma la strada è appena all’inizio.
Ci sono voluti due anni per arrivare al portale che vedi oggi, e il lavoro fatto è stato lungo. Tante volte siamo stati a un passo dal lancio e altrettante volte siamo tornati indietro, affinché il tutto fosse quanto più possibile di facile utilizzo per le comunità che si intende generare e accrescere, raccogliendo molte proposte dal basso.
Non sono mancati neanche confronti, a volte intensi, tra i due partner del progetto, oggi maturati: Libera ha imparato a dare il giusto valore al lavoro attorno ai dati specie se in formato aperto, mentre Ondata ha compreso quanto sia difficile ed entusiasmante mettersi nella testa dei cittadini attivi a cui si vuole arrivare.
Il modello di Confiscati bene, quello di un portale di dati collaborativo, vuole infine offrirsi come un prototipo da replicare, un esempio funzionale e pratico di governo aperto fondato su un’azione capillare e diffusa. Pertanto, funziona se e solo se viene fatto proprio dal numero più grande di persone possibili, specie se appartengono ai tre mondi che a diverso titolo si prendono cura, gestiscono, amministrano i beni confiscati: cittadini, soggetti gestori, istituzioni.
Se sei uno di questi soggetti gestori, raccontaci che cosa stai facendo attraverso la community #gestiscibene.
Se come cittadino invece vuoi collaborare a mappare le esperienze di questo territorio, vai in #monitorabene e scopri come fare.
Se rappresenti un Ente pubblico, condividi la tua prospettiva nella community #pubblicabene.