Una vera e propria aula didattica all’aperto, con 190 tra piante di albicocche e nocciole, limoni e arance, nespole e ulivi. Un intero ettaro degli oltre undici affidati alla gestione dell’ATS che dallo scorso mese di agosto, a Scafati (Salerno), ha trasformato un terreno confiscato alla camorra in un fondo agricolo dedicato alla memoria di Nicola Nappo, giovane vittima innocente della camorra, ucciso a Poggiomarino il 9 luglio del 2009. Un frutteto pensato come un luogo dedicato allo svago, alle attività sociali ed educative, alla natura e alla biodiversità.
La “cerimonia” di piantumazione, lo scorso 25 febbraio. Una iniziativa resa possibile dalla collaborazione con Treedom, una piattaforma web che permette di piantare alberi a distanza e seguirli on line.
Ogni albero di Treedom ha una sua pagina online, viene geolocalizzato e fotografato, può essere custodito o regalato virtualmente a terzi. Grazie a queste caratteristiche, l’albero di Treedom coinvolge le persone ed è al tempo stesso uno strumento di comunicazione e marketing per aziende che decidono di aderire al progetto. Dunque, un luogo dove apprendere, divertendosi, i cicli della natura e dove cimentarsi con i lavori agricoli, conoscere le varietà locali e praticare agricoltura sostenibile e biologica. Come quella che hanno iniziato a praticare i cittadini che si sono aggiudicati uno delle decine di orti sociali nati all’interno dello stesso bene. Un luogo strappato alla camorra e che, a grandi passi, sta tornando alla comunità.
A fare da corollario alla mattinata, la firma di un importante protocollo di intesa tra il Fondo Agricolo Nicola Nappo e il Profagri di Salerno, grazie al quale, da qui a tre anni, le studentesse e gli studenti dell’Istituto agrario adotteranno una porzione di terreno su cui svolgere le loro esercitazioni, mettendo nel contempo a disposizione le proprie competenze in campo agronomico. In calce, anche la significativa firma di Mario Nappo, il papà di Nicola. Un esempio virtuoso di memoria che si fa impegno concreto, attraverso la costruzione di una rete in grado di raccontare come sia possibile agire in sinergia con gli attori del territorio per generare cambiamento. A partire dai beni confiscati.
Riccardo Christian Falcone