È online la seconda edizione di RimanDATI, il report nazionale sullo stato della trasparenza dei Beni Confiscati nelle amministrazioni locali. La ricerca, promossa da Libera in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, è il frutto di un'importante azione di monitoraggio civico già sperimentata lo scorso anno e arricchita ora da nuovi interessanti elementi di novità. 

Cuore di questa azione, il controllo diffuso sul rispetto, da parte degli Enti Locali, dell'obbligo di pubblicazione, sui propri siti internet istituzionali, dell'elenco dei beni confiscati trasferiti al loro patrimonio indisponibile, con le modalità e i contenuti indicati dall'articolo 48 comma 3 lettera c del Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011).

La seconda edizione di RimanDATI ha preso il via dopo un confronto tra il gruppo nazionale di lavoro e i coordinamenti territoriali di Libera: quanti comuni hanno veramente risposto alla nostra richiesta di trasparenza e quanti ancora dovranno essere “rimandati” in autunno? Riprendendo il lavoro già avviato lo scorso anno, in occasione dei venticinque anni della Legge num. 109 del 1996, questo nuovo report allarga la base di monitoraggio, includendo anche le città metropolitane, le province e le regioni destinatarie di beni confiscati

Ma le vere sfide associative di questa edizione sono state due: riuscire a creare una squadra di 32 volontarie e volontari in rappresentanza di 11 regioni italiane ed estendere la procedura di accesso civico a cinque regioni, rappresentative del nord, del centro e del sud Italia.

Grazie alla diffusione dello scorso anno e alla possibilità di confrontarsi in anticipo con tutta le nostra rete territoriale e associativa, sono state apportate delle modifiche alla scheda di monitoraggio iniziale e alla fase poi di raccolta ed elaborazione dei dati. 

I risultati del monitoraggio
Le conclusioni a cui siamo giunti nel chiudere questa seconda edizione del nostro Report purtroppo non sono incoraggianti. I dati raccolti confermano ancora una volta la grande fatica che i comuni fanno a garantire la trasparenza delle informazioni e la loro piena fruibilità, segnando addirittura un peggioramento rispetto alla prima edizione. Se infatti nel primo report la percentuale dei comuni che non pubblicavano l’elenco era pari al 62%, in questa seconda ricerca essa sale addirittura al 63,5%. Ciò significa, in numeri assoluti, che, al momento della chiusura dell’azione di monitoraggio civico, su 1073 comuni monitorati, solo 392 pubblicano l’elenco. E di questi, la maggior parte lo fa in maniera parziale e non pienamente rispondente alle indicazioni normative.

Non va meglio per gli Enti sovracomunali. Su 10 province e città metropolitane destinatarie di beni confiscati, il 50% non pubblica gli elenchi. Delle 6 regioni, solo 2 adempiono all’obbligo di pubblicazione (il 33,3%). Rispetto alla qualità degli elenchi pubblicati dai 16 Enti sovracomunali, a parlare è il dato sul ranking medio che si ferma a 23.5. Sui soli enti che pubblicano l’elenco (7), il ranking sale a 53.8.

La ricerca analizza nello specifico le modalità di pubblicazione degli elenchi, restituendo un quadro generale ancora di grande criticità. Un quadro reso plastico dal valore del ranking nazionale che abbiamo costruito: su una scala da 0 a 100 (laddove 0 è riferibile a situazioni di totale assenza di dati pubblicati, 100 a situazioni inverse di presenza corretta di tutti i dati), esso si ferma a 20.3. E anche volendo ridurre la base di riferimento ai soli comuni che pubblicano l’elenco, escludendo dunque tutti quelli fermi a 0, il ranking nazionale non supera i 55.5 punti.

Certo,va registrato come si tratti di numeri superiori a quelli della prima edizione (rispettivamente 18.5 e 49.1), che dimostrano come il lavoro compiuto lo scorso anno ha comunque generato un timido avanzamento, aprendo uno spiraglio di luce in un contesto generale che rimane però ancora assai difficile. 

Una panoramica sui contenuti
La seconda edizione di RimanDATI si sviluppa lungo la traiettoria che abbiamo usato nella fase di progettazione e di scrittura del volume, per accompagnare la lettrice e il lettore verso nuove azioni di attivazione territoriale. 
La prefazione, l’introduzione e le nostre proposte restituiscono il senso di questo report per Libera e per tutta la rete, protagonista quest’anno della fase di analisi dei siti istituzionali; ancora una volta, la partecipazione democratica e territoriale ha tratto nuovi spunti di riflessione grazie al monitoraggio civico e ai percorsi formativi propedeutici. 
Il capitolo sulla metodologia, “Modelli, strumenti e strategie: una nota metodologica all’edizione 2022”, ricostruisce nel dettaglio la metodologia usata per la raccolta dei dati e per la loro elaborazione; a partire dal metodo ideato per la prima edizione del rapporto, sono state introdotte alcune modifiche per rendere più fluida la qualità del dato e mantenerlo il più possibile aderente alla realtà. 
I risultati di RimanDATI sono stati divisi in due capitoli: “Trasparenza bene comune: numeri e dati sulla trasparenza degli Enti locali in materia beni confiscati alle mafie. La prima ricognizione”, che raccoglie l’analisi della prima ricognizione su 1089 enti locali (comuni, province, città metropolitane e regioni), evidenziando la relazione con la classe dimensionale del comune e con l’indice di perifericità elaborato nella SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne). Il capitolo “Per una piena trasparenza dei dati: dall’accesso civico alla seconda ricognizione”, invece, è dedicato alla presentazione dei dati all’esito di una seconda ricognizione, effettuata a valle dell’inoltro delle 373 domande di accesso civico e dell’analisi delle risposte pervenute (appena 130). E ciò sia per i comuni che per gli Enti sovratteritoriali delle cinque regioni per le quali abbiamo elaborato la strategia di accesso civico: Piemonte, Liguria, Toscana, Campania e Calabria
Con le schede regionali abbiamo sintetizzato e dato una veste grafica ai risultati dei capitoli precedenti, insieme ad alcuni cenni, sicuramente non esaustivi, alla normativa regionale sul tema che in questi anni è stata elaborata. Le conclusioni sono, per noi, il rilancio verso la nuova edizione e un intero anno di lavoro. 
A chiusura del volume, ci sono quattro diverse appendici, schede pratiche di lavoro e di attivazione per le lettrici e i lettori: la scheda di monitoraggio dei Comuni, il format per la domanda di accesso civico alle amministrazioni, il modello di elenco predisposto da Anbsc e un glossario con le principali parole su beni confiscati e trasparenza. 

Il dataset completo con tutti i dati raccolti, insieme alla pubblicazione digitale del report e alle infografiche con le informazioni principali, è disponibile in formato aperto (nei formati csv, ods e xls), in piena coerenza alla logica degli open data che sosteniamo nella ricerca, tra gli allegati a questo articolo.