Perché un nuovo ciclo di Confiscati bene

Il portale Confiscati bene ha una storia lunga. Nasce nel 2014 sotto la spinta di un gruppo di persone dal forte carattere innovativo, convinte delle potenzialità del digitale circa i temi della legalità, a cominciare dai beni confiscati di cui, specie al tempo, era poco chiaro anche solo il numero.

Perché non siamo d'accordo sulla vendita dei beni confiscati

Chiariamo subito un equivoco: la vendita dei beni confiscati ai mafiosi non è mai stata per Libera un tabù. Già nella Legge 109 del 1996 è prevista l’opzione della vendita per quei beni il cui riutilizzo sociale si rivela oggettivamente impossibile. Dunque, nessun dogma. Libera continua a considerare la messa a reddito dei beni un’opzione praticabile, a patto però che resti un’eccezione, non la regola.

Perché un “portale della trasparenza collaborativo” sui beni confiscati (e come funziona)

Mai sentito parlare di portale della trasparenza? È una sorta di “faldone digitale” che mette insieme, assemblandoli, dati e informazioni, molti dei quali la legge ne prevede l’obbligo di pubblicazione, e che insistono su uno stesso tema pur provenendo da fonti diverse (uffici interni allo stesso ente, enti pubblici diversi tra loro, anche soggetti privati e civici). Non è troppo diverso da un grande foglio di calcolo, con tanti numerini per ogni cella, ma con il vantaggio di essere fruibile online e utilizzabile e riutilizzabile da tutti al fine di “capire delle cose”.