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GIANO – Azioni di supporto e formazione per gli enti gestori di beni confiscati in Calabria

Il Consorzio Macramè offre servizi di assistenza tecnica, consulenza e formazione per le organizzazioni che gestiscono o stanno per gestire beni confiscati. La scadenza delle domande è prevista per lunedì 8 marzoÈ stato avviato GIANO – Conoscere il passato e guardare il futuro, il progetto promosso dal Consorzio Macramè in collaborazione con Legacoop Calabria e il Forum del Terzo settore della Calabria.Il progetto, finanziato dal Ministero dell'Interno nell'ambito del PON LEGALITA' 2014-2020, nasce per attuare azioni di accompagnamento ed empowerment a favore di enti gestori di beni confiscati che operano in Calabria.Il Consorzio Macramè offre servizi di assistenza tecnica, consulenza e di formazione per accrescere le competenze degli imprenditori sociali ai fini di una migliore gestione dei beni affidati (anche imprese agricole o terreni). Per rafforzare le competenze e la capacità delle organizzazioni di tessere relazioni e co-progettare azioni di sviluppo nelle e con le comunità di appartenenza.Questo non solo per rendere maggiormente competitivo il modello di economia sociale. Ma anche per contribuire a innalzare le condizioni di legalità nelle proprie comunità.Possono partecipare a GIANO 30 organizzazioni della Calabria tra quelle che gestiscono beni confiscati, che sono affidatarie ultime di beni confiscati o si apprestano a gestire un bene confiscato.La scadenza per presentare la domanda di adesione è lunedì 8 marzo.La domanda deve essere inviata a mezzo mail a beniconfiscati@consorziomacrame.it.Alla scadenza sarà formata una short-list (con validità biennale) degli enti gestori di beni confiscati, che potranno essere beneficiari dei servizi previsti nel progetto GIANO.Maggiori info sono sul sito del Consorzio Macramè

Trasparenza dei dati sui beni confiscati, i comuni rimanDATI. Il 62% degli Enti non pubblica l'elenco dei beni trasferiti al proprio patrimonio.

È online RimanDATI, il Primo report nazionale sullo stato della trasparenza dei Beni Confiscati nelle amministrazioni locali. La ricerca, promossa da Libera in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, è il primo appuntamento di una serie di iniziative programmate in occasione del venticinquesimo compleanno della Legge 109, approvata il 7 marzo del 1996 a seguito di una campagna lanciata da Libera per supportare una proposta di legge a sostegno della quale oltre un milione di cittadine e cittadini italiani apposero la loro firma.RimanDATI è il frutto di un'importante azione di monitoraggio civico partita dalla Campania e poi allargatasi a tutto il territorio nazionale. Cuore di questa azione, il controllo diffuso sul rispetto, da parte degli Enti Locali, dell'obbligo di pubblicazione, sui propri siti internet istituzionali, dell'elenco dei beni confiscati trasferiti al loro patrimonio indisponibile, con le modalità e i contenuti indicati dall'articolo 48 comma 3 lettera c del Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011).Al momento della chiusura dell’azione di monitoraggio civico, su 1076 comuni monitorati, solo 406 pubblicano l’elenco. E di questi, la maggior parte lo fa in maniera parziale e non pienamente rispondente alle indicazioni normative. Ciò significa che ben il 62% dei comuni è totalmente inadempiente. La ricerca analizza nello specifico le modalità di pubblicazione degli elenchi, restituendo un quadro generale di grande criticità. Un quadro reso plastico dal valore del ranking nazionale costruito a partire dai dati raccolti: su una scala da 0 a 100 (laddove 0 è riferibile a situazioni di totale assenza di dati pubblicati, 100 a situazioni inverse di presenza corretta di tutti i dati), la media nazionale si ferma a 18.53. E anche volendo ridurre la base di riferimento ai soli comuni che pubblicano l’elenco, escludendo dunque tutti quelli fermi a 0, il ranking medio nazionale non supera i 49.11 punti. Insomma, quando si parla di trasparenza delle informazioni sui beni confiscati da parte degli Enti Locali, occorre necessariamente prendere atto di come ci sia ancora tanto lavoro da fare per raggiungere un quadro almeno di sufficienza e avere a disposizione dati soddisfacenti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Ed è qui la ragione del titolo scelto per questo report: “rimanDATI”. L'esito di questo “esame” cui sono stati sottoposti i comuni impone di fare come per gli studenti e le studentesse che non riescono a superare a pieni voti l’anno scolastico e che, per questo, vengono “rimandati a settembre”. L'esame di riparazione dovrà avere i tempi e i modi di un’azione civica che induca i comuni a conformarsi pienamente a quanto impone loro la legge. Il dataset completo con tutti i dati raccolti, insieme alla pubblicazione digitale del report e alle infografiche con le informazioni principali, è disponibile in formato aperto (nei formati csv e xls), in piena coerenza alla logica degli open data che sosteniamo nella ricerca, tra gli allegati a questo articolo. 

“Un itinerario di democrazia. Beni confiscati in Toscana” Pubblicato il rapporto di Libera Toscana sui beni confiscati: un viaggio attraverso la storia e la normativa e le storie di riutilizzo sociale nella regione Toscana

All'interno del territorio della Regione Toscana è presente un numero estremamente considerevole di beni confiscati alle mafie. Si tratta di un patrimonio di grande valore, il cui riutilizzo potrebbe garantire importanti occasioni di sviluppo sociale ed economico per la comunità locale. Tuttavia, la popolazione non pare essere completamente consapevole della presenza e della consistenza di questi beni. Il fatto che la regione non sia percepito come un territorio di tradizionale presenza mafiosa comporta spesso che l’attenzione, sulla possibilità che si verifichino infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, non sia sufficientemente alta. La presenza di centinaia di beni confiscati alle mafie è un importante monito che ricorda che la consistente presenza delle mafie non può essere circoscritta a specifici ambiti territoriali. Garantire il pieno riutilizzo sociale di questi patrimoni rappresenta una vittoria irrinunciabile sulla criminalità organizzata, questa vede quelli che in precedenza erano simboli del suo potere tramutati in occasione di promozione di socialità e di sviluppo economico. Dalla consapevolezza dell'importanza di questa tematica nasce il progetto di realizzare “Un itinerario di democrazia. Beni confiscati in Toscana”, una pubblicazione che ha l'aspirazione di raccontare le esperienze di riutilizzo in questa regione. Questo scritto nasce dal costante lavoro e dall'attenzione che da anni Libera Toscana presta a questa tematica in costante sinergia le istituzioni e il tessuto associativo locale, nonché dalla promozione e dalla realizzazione di esperienze educative, in particolare estive, realizzate proprio valorizzando i beni confiscati. Il primo capitolo ha carattere introduttivo ed effettua la descrizione della normativa che regola la materia della confisca dei beni delle mafie e del loro riutilizzo, oltre a quella degli strumenti che consentono alla popolazione di monitorarli in maniera consapevole. Il secondo capitolo si compone dei report di monitoraggio frutto del lavoro che i presidi e i coordinamenti territoriali di Libera hanno effettuato su alcuni beni presenti nel territorio, descrivendone la consistenza e le pratiche di riutilizzo che negli anni si sono sviluppate su di essi. In conclusione, l'ultimo capitolo raccoglie i contributi e le riflessioni che i volontari hanno fatto su alcuni aspetti cruciali nell'ambito delle attività che si possono sviluppare su questi beni.Il risultato di questo lavoro è un opuscolo che, senza pretese di completezza, può rappresentare uno strumento di diffusione della conoscenza in merito alla presenza dei beni confiscati in Toscana, utilizzabile nell'ambito dei percorsi formativi sia all’interno delle scuole sia tra gli attivisti delle associazioni interessate ad occuparsi di questa tematica. Il volume è stato realizzato nell'ambito del progetto "E!State Liberi! in Toscana", sostenuto grazie al bando Ragazzi Attivi contro le mafie 2020 - GiovaniSì. 

Nuova proroga per il primo bando ANBSC per l'assegnazione diretta di beni immobili al terzo settore

L'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ha deciso di prorogare i termini di presentazione delle domande per il primo bando per l'assegnazione ai soggetti del Terzo settore di beni definitivamente confiscati alla criminalità organizzata.Entro il 14 gennaio 2021 sarà possibile presentare le domande di progettazione, mentre i sopralluoghi (se già richiesti entro il 20 novembre 2020) si potranno effettuare entro il 23 dicembre 2021. In allegato troverete la guida sintetica al bando, con tutti gli aggiornamenti. 

(RI)GENERARE BENE \\ CALL ALLA PARTECIPAZIONE per webinar di formazione e approfondimento 6 e 13 dicembre 2020

PERCHè (RI)GENERARE BENE:Dal Nord al Sud della Puglia, sono numerose le realtà che hanno avviato circuiti di economia civile attraverso la rigenerazione di luoghi e spazi pubblici, abbandonati, inutilizzati o in disuso. Ne sono un esempio importante i beni confiscati alla mafie, che grazie alla legge num. 109\96, sono diventati negli ultimi 25 anni un'opportunità per il terzo settore, per progettare e realizzare in luoghi dal forte valore simbolico, traiettorie di riscatto e cambiamento sociale. Dalle ville e alle grandi tenute agricole dei boss, fino a locali e appartamenti, i beni confiscati sono occasioni per sostituire ai simboli del potere mafioso legami di giustizia sociale, creando lavoro, socialità, welfare, integrazione, educazione. Quando si rigenera un bene, a partire dai bisogni della comunità di riferimento e coinvolgendo attivamente la stessa, ci si cura del territorio e del bene comune e ci si oppone alla disillusione e al disinteresse alla collettività a cui prima non c'erano alternative e nelle quali le mafie proliferano.Per fare questo è fondamentale il confronto, a partire da istituzioni ed enti locali, spesso titolari o proprietari dei beni, fino alle realtà che operano per le medesime finalità in altri territori, che costituiscono linfa vitale nel fare rete, mescolando pratiche di successo di fronte a comuni difficoltà. La capacità di progettare in maniera partecipata anche una semplice azione, non è un elemento da lasciare al caso, ma è frutto di competenze su cui è sempre possibile formarsi e crescere. PROGRAMMA:Abbiamo lanciato un primo ciclo di incontri sul tema che vedranno realtà del settore e rappresentanti di enti locali confrontarsi nei seguenti dibattiti in modalità webinar1. Webinar sul riutilizzo sociale dei beni confiscati“L’impegno del terzo settore”Domenica 6 dicembre, dalle ore 10:30 alle ore 12:00 > RelatoriTatiana Giannone, settore nazionale Beni confiscati di Libera, illustrerà i progetti e le ricerche dell’associazione per la trasparenza e la conoscenza dei beni confiscati alle mafie;Sasy Spinelli, presidente della coop. soc. Libera Terra - Terre di Puglia racconterà il progetto di Libera Terra nella storia del riutilizzo sociale dei beni confiscati e le prospettive nel nostro territorio;Pietro Fragasso, presidente della coop. soc. Pietra di Scarto ha avviato con altre realtà del terzo settore pugliese il progetto “Pomovero” per realizzare una filiera economica etica del pomodoro sui beni confiscati;Pasquale Bonasora, ci parlerà del lavoro di Labsus sulla progettazione partecipata e quale valore può far scaturire nella rigenerazione dei beni confiscati alle mafie e dei beni pubblici abbandonati o inutilizzati.Moderano: Roberto Campanelli, Libera Puglia e Tatiana Giannone2. Webinar con i rappresentanti degli enti locali“Le istituzioni ci raccontano”Domenica 13 dicembre, dalle ore 16:00 alle ore 18:00> Relatori:Davide Pati, vicepresidente nazionale di Libera e responsabile del settore Beni Confiscati dell’associazione interverrà sull’evoluzione negli ultimi 25 anni delle esperienze di riutilizzo sociale dei beni confiscati;Annatonia Margiotta, le politiche regionali in materia di finanziamento e valorizzazione dei beni confiscati, da Libera il Bene agli ultimi bandi della Regione Puglia;Vitandrea Marzano, illustrerà il ruolo dell’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata del Comune di Bari nella valorizzazione dei beni confiscati;Roberto Covolo, consigliere comunale a San Vito dei Normanni (BR) e precedentemente Assessore al Comune di Brindisi la partecipazione pubblica nella gestione di beni pubblici e beni confiscati interverrà sul coinvolgimento della cittadinanza e della progettazione partecipata nella messa a bando di beni confiscati alle mafie e rigenerazione di immobili pubblici;Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti (BA), nonché rappresentante di Avviso Pubblico, riporterà il punto di vista dell’associazione di enti locali su buone pratiche e difficoltà nella valorizzazione del patrimonio dei beni confiscati partendo dalle esperienze realizzate ad Acquaviva.Moderano: Alessandra Ricupero e Valerio D’Amici, Libera Puglia OBIETTIVI:conoscere esperienze di riutilizzo pubblico e sociale dei beni confiscati alle mafie e di rigenerazione di spazi pubblici in Puglia;approfondire il tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie e della rigenerazione di spazi pubblici;sviluppare e saldare la capacità di fare rete tra gli enti del terzo settore pugliese impegnati in questo ambito insieme all'associazione Libera;attivare un confronto con gli amministratori locali, sui problemi legati alla gestione dei beni confiscati e sulla realizzazione e partecipazione di e a bandi pubblici;riconoscere la funzione della progettazione partecipata.COME E CHI PUò PARTECIPARE:La partecipazione è aperta: gli incontri sono rivolti ai singoli e alle realtà che aderiscono a Libera, alle realtà del terzo settore del terzo settore impegnate nella gestione di beni confiscati o in progetti di rigenerazione di beni pubblici, a singoli o gruppi interessati al tema.Per partecipare basta inserire le proprie informazioni nel seguente link, in modo tale da poter ricevere il collegamento al webinar. Nel corso degli incontri sarà possibile fare domande ai relatori prenotandosi nel corso del dibattito.  LINK DI ISCRIZIONE   https://sostieni.libera.it/limesurvey/index.php?r=survey/index&sid=721756&lang=it I webinar sono curati da Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie all'interno del progetto Alchimie, realizzato con il sostegno di Fondazione con il Sud.

Liberi di ricominciare, a partire dai beni confiscati *

Cosa c’è di più sintomatico di ripartenza se non un luogo in cui poter costruire nuove storie? Storie di speranza, storie di ripartenza. E se in questo spazio, su quella stessa terra, ci fosse l’orma della Camorra, della criminalità, ormai scacciata? Se spazzando via la polvere si spazzasse via la vecchia presenza e ne rimanesse solo un ricordo sbiadito, a fiorire in sentimenti positivi? Tutto avrebbe ancora più valore. Il Bando dell'Agenzia nazionale per l'assegnazione dei Beni Confiscati dell’ANBSC è un’occasione unica in questo senso: dare forma a idee e progetti per il terzo settore, in uno spazio di valore, che non è come un altro, che rinasce insieme a noi. La voglia di realizzarli concretamente questi sogni, unita alla consapevolezza dell’importanza dell’impegno, ha spinto circa 30 partecipanti (animatori di comunità del Progetto Policoro campano, ma anche persone interessate a saperne di più) a seguire lo scorso 14 novembre con entusiasmo l’incontro formativo-informativo tenuto da Riccardo Christian Falcone, responsabile del settore beni confiascati di Libera Campania. Anche se a distanza, connessi attraverso voci e immagini in movimento attraverso una piattaforma digirale, è stato un momento speciale. Perché non ha risposto solo ad un interesse, quello di chi ha intenzione di studiare un progetto per l’assegnazione di un bene confiscato, ma ha anche significato di impegno, l’impegno di chi, nonostante tutto, non si stanca mai di dare il proprio contributo in un modo o nell’altro a favore del bene in questo mondo. Anzi di insistere a favore di questo bene, di puntare i riflettori, di spronare. E questa è una ricchezza irrinunciabile in una società che spesso assopisce gli animi.Grazie dunque alla famiglia di Libera.di Martina Nacchio (Animatrice di Comunità del Progetto Policoro - Diocesi Nocera Inferiore - Sarno)

Bando per la gestione di beni confiscati: ecco come trovarli su mappa

C’è ancora tempo per partecipare a un bando storico per i beni confiscati alle mafie, quello che prevede l’assegnazione diretta di immobili e terreni a soggetti del terzo settore per il reimpiego a fini sociali. Il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) ha disposto la proroga dei termini per la presentazione delle domande: la scadenza è fissata alle ore 12 del 15 dicembre 2020 e per gli enti interessati sarà possibile fare richiesta di effettuare i sopralluoghi entro il 20 novembre 2020, per poi prendere visione dello stato dei luoghi fino al 30 novembre 2020.La scadenza naturale del bando era fissata per il 31 ottobre, ma l’ampio interesse manifestato per l’iniziativa - sottolinea l’Agenzia - ha reso necessario allungare i tempi sia per i sopralluoghi che per la presentazione delle domande.Sono circa 1400 i beni confiscati in via definitiva alla criminalità organizzata messi a bando direttamente dall’Agenzia. I soggetti del terzo settore possono presentare richiesta per ottenere la gestione in comodato d’uso gratuito per 10 anni, rinnovabili una sola volta. Sono confermate le modalità di partecipazione indicate nel bando del 31 luglio scorso: gli interessati possono presentare richieste di informazioni o chiarimenti scrivendo all’indirizzo mail bandoterzosettore@anbsc.itI sopralluoghi possono essere prenotati alle seguenti mail:italiacentrale@anbsc.it (per i beni del Centro Italia, ossia Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Sardegna)segreteria.mi@anbsc.it (per i beni di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria)segreteria.na@anbsc.it (per i beni di Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata)segreteria.rc@anbsc.it (per i beni di Calabria, Puglia, Sicilia Orientale)segreteria.pa@anbsc.it (per i beni della Sicilia Occidentale)Per rendere più agevole la consultazione degli elenchi dei beni e favorire in questo modo la partecipazione e la trasparenza, Confiscati Bene ha arricchito i dati dell’Agenzia nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati con i dati geografici dell’Agenzia delle Entrate, che tengono conto di foglio, particella e subalterno catastali.Qui sotto elenco per la consultazione (al click sullo zoom si aprirà una mappa zoomata sulla particella). Qui il foglio elettronico.!function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(a){if(void 0!==a.data["datawrapper-height"])for(var e in a.data["datawrapper-height"]){var t=document.getElementById("datawrapper-chart-"+e)||document.querySelector("iframe[src*='"+e+"']");t&&(t.style.height=a.data["datawrapper-height"][e]+"px")}}))}(); Come leggere i datiPer ogni bene confiscato, che sia terreno, appartamento, locale commerciale o box-garage, vengono indicati oltre al codice univoco m-bene anche i dati identificativi del catasto, da cui siamo partiti per costruire delle micro-mappe. Cliccando sulla lente di ingrandimento - ove è stata possibile la geolocalizzazione - si visualizza l’esatta collocazione della particella del bene messo a bando. In alternativa si può fare anche click sull’indirizzo e visualizzare una mappa centrata sulla sua ricerca.Come abbiamo realizzato le micro mappeL’elenco dei beni del bando è associato spesso a indirizzi che non danno la possibilità di individuarli nel territorio, utilizzando le più tipiche mappe online. Qualche esempio tra i tanti:“località San Filippo”, comune di Casignana, Calabria;“Boscofangone”, comune di Nola, Campania;“S.S. 163 AMALFITANA”, comune di Positano, Campania;“Località Casa Cuculo”, comune di Piglio, Lazio.Questo accade principalmente perché si tratta di indirizzi generici (come quando si indica soltanto il nome di un’intera strada statale) e perché località e contrade spesso sono assenti o corrispondenti ad areali troppo estesi.Tra i dati disponibili ci sono anche i dati catastali, che consentirebbero di superare questi problemi. L’Agenzia delle Entrate infatti offre un servizio che consente - dati foglio, particella e subalterno catastali - di risalire all’area geografica. Ma permangono due problemi:è un servizio utilizzabile a schermo, e per ogni bene di interesse si deve eseguire una nuova ricerca, click dopo click, modificando le varia combinazioni possibili di regione, provincia, comune, foglio e particella. Inoltre il servizio è protetto da un sistema di verifica che l’utente non sia un robot, che viene ripetuto ogni 10 minuti;la mappa dell’Agenzia inoltre fa zoomare sulla particella di interessa, ma non consente di capire dova sia quella particella. Perché è una mappa quasi senza toponimi, senza nomi di strade, senza foto satellitare (la GIF animata dà un’idea. Allora abbiamo pensato di aggiungere delle modalità che consentono di sfruttare meglio queste informazioni geografiche contenute nella tabella originale:una è semplice: aggiunge semplicemente il puntamento diretto alla ricerca su mappa dell’indirizzo presente in tabella. Sarà comodo ed efficace per indirizzi “completi” come “VIA CESARE AIROLDI N. 49” a Palermo;un’altra è stata implementata per un largo numero dei dati catastali, è indirizzi come “C.DA ALBANA”, sono posizionati nel territorio grazie al fatto che è stato estratto l’areale in cui ricade il Foglio 68, Particella 263 nel comune di Piazza Armerina.Quest’ultimo è il vero avanzamento, perché consente di passare da un punto posizionato male o assente (vedi sotto) alla posizione della particella nel territorio (Foglio 68, Particella 263).

Castagneto Carducci: approvato il Regolamento per la destinazione e l'utilizzo dei beni confiscati

Si è svolta ieri la seduta del Consiglio comunale di Castagneto Carducci, in provincia di Livrono, con la quale è stato approvato il Regolamento per la destinazione e l'utilizzo dei beni confiscati. Un Consiglio comunale aperto che, sebbene in remoto, ha visto la partecipazione delle Istituzioni - in collegamento il Prefetto di Livorno Paolo D'Attilio, rappresentanti delle Forze dell'Ordine e di altre Amministrazioni comunali -, di alcune realtà sociali del territorio e di Libera.Si tratta di un'importante tappa, frutto di un lungo processo partecipativo, cui ha contribuito anche la rete di Libera e che ha portato alla definizione del regolamento approvato ieri. Un regolamento che pone particolare enfasi sul valore culturale, educativo e simbolico ma anche politico ed economico del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, nel contempo valorizzando gli aspetti di protagonismo e partecipazione della comunità locale e delle associazioni nei percorsi di progettazione e riutilizzo.Attualmente il Comune di Castegneto Carducci non risulta ancora destinatario di beni confiscati. Sono però 14 gli immobili in confisca definitiva e ancora in gestione all'Agenzia nazionale per i quali l'Amministrazione è intenzionata a richiedere a breve il trasferimento al patrimonio indisponibile dell'Ente. Un "pacchetto" importante di beni, di varia tipologia e comunque significativi anche dal punto di vista strutturale, che può costituire una straordinaria occasione per il territorio. L'approvazione del regolamento segna dunque senz'altro un passaggio importante nella direzione di garantire da un lato la massima chiarezza e trasparenza nelle procedure di assegnazione, dall'altro la celerità e l'efficacia delle stesse. Con l'obiettivo finale di dare pieno compimento e attuazione allo spirito della Legge 109/96 sul riutilizzo sociale dei patrimoni confiscati alla criminalità organizzata. Una tappa importante dunque ma ancora non definitiva. Perché la sfida vera, per la comunità di Castagneto, inizia adesso.

Una guida facile alla consultazione del primo bando ANBSC per l'assegnazione diretta di beni immobili al terzo settore

Il 31 luglio l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) ha pubblicato il primo bando per l'assegnazione diretta di immobili confiscati. Si tratta di una prima sperimentazione, che mette in pratica un articolo (il 48.3 lettera C bis) del Codice Antimafia e realizza quanto descritto nelle “Linee guida per l’amministrazione finalizzata alla destinazione degli immobili sequestrati e confiscati” che l'agenzia ha pubblicato nell'ottobre scorso. Proprio in questo documento il terzo settore è descritto come attore principale nel processo di recupero e riutilizzo dei beni confiscati, riprendendo la strada già tracciata da Libera con la legge 109 del 1996 (leggi la sua storia e la sua evoluzione).  Il bando, oltre a riconoscere ancora con più convinzione il valore etico del riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, si ispira ai principi della coesione e della protezione sociale, dell'inclusione anche lavorativa e della cooperazione, della sostenibilità economica, e soprattutto ambientale. Principi che ritroviamo nella “Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie attraverso le politiche di coesione” e che da venticinque anni guidano l'azione di promozione sociale e di animazione territoriale della rete associativa di Libera.  Ci sono già più di 850 soggetti gestori del mondo del terzo settore e del volontariato che hanno intrapreso un percorso di riutilizzo sociale di beni confiscati; proprio questo dimostra che attraverso il bando si potranno aprire le porte a nuove realtà, che potranno utilizzare le esperienze già consolidate come buone prassi e restituire alla collettività i beni sottratti dal potere mafioso.Con l'obiettivo di promuovere ancora di più la possibilità di partecipare al bando e immaginando di poter attivare dei percorsi di monitoraggio civico nei territori e nelle comunità di riferimento, abbiamo preparato dei materiali grafici, che potrete scaricare al link qui sotto. In particolare, troverete una sintesi del bando, una cartina nazionale con i beni confiscati messi a disposizione e i Comuni coinvolti, delle cartine di dettaglio a livello regionale. Adesso, non ci resta che camminare insieme! 

Da case dei boss a luoghi di educazione. A Casal di Principe i beni confiscati diventano scuole

Da ville dei boss a luoghi di educazione e formazione. Un capovolgimento di senso che restituisce appieno il valore del riutilizzo a fini sociali ed istituzionali dei beni confiscati alla camorra.Accade a Casal di Principe, in provincia di Casera, dove diversi immobili confiscati in via definitiva sono stati trasformati, per volontà dell’amministrazione comunale del Sindaco Renato Natale, in aule scolastiche. E accade in un periodo particolarmente delicato, nel quale, di fronte al persistere dell’emergenza sanitaria, le scuole e le amministrazioni comunali sono chiamate a garantire sicurezza e ad applicare rigidi protocolli, soprattutto in relazione alla disponibilità di spazi più ampi.A Casal di Principe, comune che soffre di una storica carenza di edifici scolastici, si è pensato bene di mettere a disposizione delle scuole del territorio gli immobili, alcuni di particolare consistenza, sottratti ai clan e destinati al Comune, riuscendo così a cogliere tre obiettivi in una volta sola: abbattere i fitti passivi, riutilizzare i beni confiscati e garantire il rientro a scuola in sicurezza e tranquillità.L’intervento dell’amministrazione ha riguardato in particolare l’Istituto Comprensivo Spirito Santo, dislocato su diversi plessi, alcuni dei quali ospitati in strutture private. Già del 2008, attingendo a fondi regionali, l'amministrazione (in quel periodo retta da una commissione straordinaria) aveva adeguato un bene confiscato per ospitare la scuola media Dante Alighieri, che fa parte appunto del comprensivo Spirito Santo. Un passo significativo ma ancora insufficiente a risolvere il problema della carenza di aule. A distanza di dodici anni, l’amministrazione di Renato Natale, ha voluto replicare quell’esperienza.Così quest'anno sono stati adeguati altri beni confiscati, e tra questi alcuni terreni, che ospiteranno la materna Maria Montessori, adeguata con fondi comunali, e la segreteria scolastica dell’istituto, anch’essa risistemata con fondi attinti dalle casse comunali.È stato inoltre garantito, grazie a fondi comunali e finanziamenti giunti al Comune per l’emergenza Covid, l’ampliamento della media Dante Alighieri, che, come dicevamo, è già ospitata in un bene confiscato.Verrà presto adeguato un altro immobile confiscato, con fondi regionali già stanziati, per ospitare altre aule sempre dell'Istituto Comprensivo Spirito Santo. E sempre con fondi regionali, è stata costruita su un terreno confiscato una scuola dell'infanzia intitolata a Salvatore Nuvoletta, il giovane carabiniere ucciso dalla camorra nel 1982.Infine, sono in corso altri lavori, finanziati dalla Regione, su un altro terreno confiscato sul quale nascerà l’asilo nido.Insomma, un investimento massiccio, cui ha fortemente lavorato l'Assessore all'Istruzione Marisa Diana, per riconsegnare alla comunità luoghi simbolo del potere criminale che oggi diventano invece spazi privilegiati di educazione per le giovani generazioni. Un’esperienza che di certo può rappresentare una buona pratica da replicare in altri territori.(scritto con Marilù D'Angelo)